Il mestiere del librario antiquario resiste grazie alla passione della famiglia Vigevani, che custodisce tesori stampati di inestimabile valore.
La storia della famiglia ebrea Vigevani, va di pari passo con la grande storia d’Italia poiché Alberto, terzo di quattro figli, intelletto sopraffino, sognava una carriera universitaria, che le leggi razziali del 1938 hanno bruscamente interrotto. Aprire una libreria antiquaria era, quindi, in origine un ripiego, tra l’altro fatto nel 1941 con il cognome della moglie. Nel 1943 tutta la famiglia, tranne un fratello che si fa partigiano, scappa in Svizzera dove trova protezione. Dall’autunno del 1945 la libreria riapre e resiste fino a oggi, con la caparbietà di Alberto e di suo fratello minore Enrico, padre di Giacomo che la gestisce con la cugina Anna nipote di Alberto. Oltre ad essere stato un grande libraio, capace di mettere le mani sui volumi più pregiati in circolazione, Alberto è stato anche un valido scrittore, premiato con riconoscimenti prestigiosi. Questa sua passione viscerale per la scrittura stampata lo ha condotto a fondare nel 1959 anche la casa editrice Il Polifilo. Il mestiere del libraio antiquario è molto particolare, perché richiede la conoscenza della materia contenuta nel volume, del contesto in cui è stato pubblicato, le mani da cui è passato, lo stato di conservazione e il suo significato nella storia della tipografia.